
La raccolta differenziata indica un sistema di raccolta dei rifiuti che prevede una prima differenziazione in base al tipo da parte dei cittadini diversificandola dalla raccolta totalmente indifferenziata.
Il fine ultimo è dunque la separazione dei rifiuti in modo tale da reindirizzare ciascuna tipologia di rifiuto differenziato verso il rispettivo più adatto trattamento di smaltimento o recupero che va dallo stoccaggio in discarica al compostaggio per l’organico e al riciclo per il differenziato propriamente detto RICICLO (carta, vetro, lattine, plastica).
Per quanto detto la raccolta differenziata è propedeutica alla corretta e più avanzata gestione dei rifiuti costituendone di fatto la prima fase dell’intero processo.
I comuni serviti dalla società Cogesa, per la raccolta differenziata, con sistema “porta a porta” sono finora 53.
La storia della raccolta differenziata comincia nei paesi del Nordeuropa ma questo metodo è stato imposto implicitamente a tutto il territorio della CEE dalla direttiva 75/442 del 1975, la quale all’art.3 imponeva di promuovere la riduzione dei rifiuti, il recupero e il riuso e all’art.7 la “razionalizzazione” della raccolta, della cernita e del trattamento dei rifuti.
I problemi ecologici e di difesa ambientale rendono sempre più difficile reperire aree per le discariche di tipo tradizionale, nelle quali immettere materiali di tutti i generi, indifferenziati, talvolta inquinanti (come medicinali, batterie, solventi) o più spesso utili come fonte di materie prime (come ad esempio alluminio, carta, plastica, vetro).
Il riciclaggio dei rifiuti, oltre a risolvere il problema delle discariche, consente dunque importanti risparmi di energia e di materie prime (p.es. la produzione di 1 t di carta riciclata richiede circa 400.000 litri d’acqua e 5000 kWh in meno di una stessa quantità di carta nuova – oltre a risparmiare 15 alberi).
Anche il conferimento in discarica tradizionale dell’umido risulta uno spreco, poiché può essere utilizzato per produrre compost.
La composizione media dei rifiuti è un dato difficile da stabilire in quanto varia con la zona, la ricchezza e la cultura del cittadino, nonché con la produzione industriale del luogo.
Scopo finale delle norme nazionali e regionali in materia di rifiuti è di ridurre quanto più possibile la quantità di residuo non riciclabile da portare in discarica o da trattare con inceneritori o termovalorizzatori, e, contemporaneamente, recuperare, mediante il riciclaggio dei rifiuti, tutte le materie prime riutilizzabili, che divengono così fonte di ricchezza e non più di inquinamento.
La raccolta differenziata può essere condotta condotta in strada, questo significa che i cittadini devono conferire i loro rifiuti in contenitori presenti sul marciapiede.
Differenziando la tipologia dei rifiuti, sono necessari anche diversi tipi di contenitori. Un contenitore utilizzato comunemente è la campana la cui forma ricorda proprio la classica campana di bronzo dei campanili delle chiese. È destinato solitamente alla raccolta di vetro, lattine o plastica (o di una combinazione di questi materiali). A differenza del cassonetto, che deve essere ribaltato per lo svuotamento, la campana viene svuotata dal basso, sollevandola e aprendo la base inferiore con un comando meccanico situato accanto al gancio di sollevamento.
Ovviamente, anche i cassonetti, eventualmente modificati, possono servire alla raccolta differenziata.
Fino a tempi recenti non è esistita una standardizzazione del colore per la raccolta differenziata, mentre nel 2013 è stata emessa una norma che codifica i colori nei rifiuti. La norma specifica le dimensioni e i requisiti di progettazione dei contenitori mobili a due ruote per rifiuti e riciclo, con capacità fino a 400 l, utilizzabili con dispositivi di sollevamento a pettine.
Selezionati plastica, carta, cartone, vetro, alluminio, ferro e umido, il residuo, terminata la selezione, viene conferito in discarica, per lo smaltimento.
I rifiuti vengono dapprima selezionati manualmente e poi passati su un nastro meccanico. Inviati i materiali su questo nastro il magnete estrae la parte ferrosa, il separatore seleziona invece l’alluminio e l’aspiratore la plastica. Resta quindi il solo vetro.
Una volta completata l’operazione di selezione dei rifiuti, che vengono del tutto “ripuliti”, i materiali selezionati passano nella pressa per essere imballati. A questo punto i materiali sono pronti per essere venduti sul mercato.
Nella raccolta differenziata porta a porta, non sono i cittadini a portare i rifiuti nei cassonetti, ma sono gli incaricati del servizio che passano a domicilio a ritirarli. Per facilitare le operazioni, vengono spesso forniti alle famiglie, sacchi in plastica, bioplastica o carta, cestini e bidoni a secondo della tipologia del rifiuto o del volume dello stesso da conferire.
Questo metodo permette un controllo della correttezza con cui la singola utenza effettua la raccolta differenziata, e quindi l’erogazione di sanzioni in caso di conferimenti erronei. Di conseguenza, permette di raggiungere percentuali d raccolta differenziata più elevate rispetto al sistema dei contenitori stradali.
Utilizzo di cassonetti privati
Un sistema intermedio tra l’uso dei cassonetti stradali e la raccolta porta a porta è l’utilizzo di cassonetti collocati in luoghi pubblici o di pertinenza condominiale, ma apribili solo con l’uso di una chiave o di una tessera magnetica che viene rilasciata a un numero ristretto di residenti (ad esempio i residenti di un complesso condominiale o di una via).
Raccolta multimateriale
La raccolta differenziata presuppone che in uno stesso contenitore o sacco vengano inseriti rifiuti omogenei (solo carta o solo plastica o solo vetro e così via). Tuttavia, per comodità degli utenti, è possibile abbinare prodotti facilmente separabili a valle (raccolta multimateriale): per esempio, vetro, plastica e metallo.